martedì 28 ottobre 2025

Artur0 X incontra Cellula Kokor

  • AX: "Potete raccontarci come è nata la compagnia teatrale Cellula Kokor e qual è stata la visione iniziale che vi ha uniti?"
  • CK: "E’ nata dal nostro incontro, avvenuto nel 2009 grazie a un comune amico. Quindi abbiamo iniziato insieme una storia di arte e di vita. Siamo due persone provenienti da percorsi artistici diversi, ma uniti dalla passione per l’arte. Cellula Kokor è nata dal desiderio di creare qualcosa di vivo, organico e in costante evoluzione. La nostra visione iniziale era quella di esplorare il teatro come un organismo vivente, una 'cellula' che assorbe, trasforma e restituisce al pubblico un'esperienza vitale, piuttosto che una semplice rappresentazione. 

·       AX: Pensate che il teatro possa essere utilizzato per affrontare questioni sociali e culturali?

·       CK: Il teatro può essere un ottimo strumento per affrontare questioni sociali e culturali perché può raggiungere il pubblico in modo emotivo e personale. Noi cerchiamo di utilizzare il teatro per stimolare la riflessione e la discussione su temi importanti. Crediamo che il teatro possa anche essere un modo per creare un senso di comunità e di condivisione tra le persone.

  • AX: Perchè Cellula Kokor
  • CK: Abbiamo creato Cellula Kokor perché volevamo sperimentare nuove forme di teatro e esplorare temi che ci sono cari. Il nostro stile è un mix di teatro, musica e arti visive, con un linguaggio che è al tempo stesso poetico e diretto. Cerchiamo di creare un'esperienza teatrale che sia unica e coinvolgente, che possa parlare alla mente e al cuore del pubblico. Il nome ha una duplice valenza. 'Cellula' rappresenta l'unità minima della vita, un elemento che cresce e si moltiplica. Vogliamo che ogni nostro spettacolo sia una cellula viva di emozione e pensiero. 'Kokor' deriva da una parola giapponese che significa 'cuore' o 'nucleo interiore'. L'unione delle due parole simboleggia l'essenza del nostro lavoro: un teatro che parte dal nucleo più intimo e sincero dell'essere umano per espandersi verso l'esterno, creando connessioni profonde."
  • AX: "Quali sono i valori o i principi che guidano la vostra ricerca artistica?"
  • CK: "La ricerca di autenticità è il nostro principio cardine. Non siamo interessati a una perfetta messa in scena, ma a una genuina esplorazione delle emozioni umane. Elementi come la vulnerabilità, l'imperfezione e l'immediatezza sono centrali nella nostra poetica. Sperimentiamo un teatro che non teme il fallimento, ma lo accoglie come parte del nostro processo creativo."
  • AX: "Come descrivereste il vostro stile teatrale a chi non vi ha mai visti?"
  • CK: "Il nostro stile è difficile da etichettare, ma noi lo abbiamo voluto definire “Lyric Pop”. È un teatro che unisce il movimento corporeo, i testi, ma anche l'uso di oggetti in modo inusuale, la musica di generi diversi (lirica e pop appunto, ma anche rock e elettronica). Utilizziamo il video non solo come elemento scenografico , ma diventa vera e propria presenza scenica e la struttura drammaturgica si ispira a un tipo di narrazione cinematografica. Nell’alchimia del palcoscenico utilizziamo tutti questi elementi come veicoli per concentrarsi sul nucleo emotivo della storia. È un'esperienza di tipo sensoriale, non solo narrativa. È un teatro che ti chiede di partecipare, non solo di guardare."

·       AX: Come scegliete i temi da esplorare nei vostri spettacoli e come li sviluppate?

·       CK: Noi ci ispiriamo a temi che sono rilevanti per la società contemporanea, come la condizione giovanile, la solitudine, la morte. Etc. Cerchiamo di esplorare questi temi in modo profondo e personale, attraverso la nostra arte. Crediamo che il teatro possa essere un potente strumento per riflettere sulla nostra esistenza e per promuovere la comprensione e l'empatia.

  • AX: "Come avviene la creazione di un vostro spettacolo, dalla prima idea alla messa in scena?"
  • CK: "Premettiamo che per noi il teatro è una necessità, è il modo che ci permette di esprimere ciò che siamo. Spesso iniziamo con un'idea di base, che può originare da un'immagine o un concetto. Poi passiamo a una ulteriore fase di ricerca attraverso suggestioni di immagini, testi, canti e musiche. L'ultimo stadio è la rielaborazione e la strutturazione, dove si dà forma al caos creativo iniziale. Creiamo le nostre opere in maniera totale dalla drammaturgia ai costumi, solo nell’ultima produzione ci siamo avvalsi di una supervisione registica"
  • AX: "Avete delle fonti di ispirazione particolari?"
  • CK: "Ci ispiriamo al nostro vissuto e a quello delle persone che incontriamo in questo percorso. Ma anche al cinema, alla danza contemporanea, alla poesia e all'arte visiva. Siamo costantemente alla ricerca di spunti esterni per arricchire il nostro linguaggio. La nostra ispirazione è un fiume in continua evoluzione."
  • AX: "Tra i vostri spettacoli, ce n'è uno a cui siete particolarmente legati e perché?"
  • CK: "Uno spettacolo che ci ha particolarmente segnato è il primo: “ManiKorf TV” del 2010, in cui abbiamo unito le nostre peculiarità creando un evento unico. Era la nostra prima produzione con il nome di Korf e racchiudeva tutta la nostra energia iniziale, realizzato con tutto quello che avevamo a disposizione. È stato il nostro battesimo, la nostra prima vera 'esplosione' creativa; è stato importante perché  abbiamo  capito le nostre potenzialità e la nostra empatia. Possiamo dire che è stata la scintilla che ha innescato un processo creativo che dura tutt’oggi. Le nostre differenze diventano complementari trasformandosi nel nostro punto di forza.”
  • AX: "Il vostro repertorio spazia tra diversi temi o linguaggi…"
  • CK: "Spaziamo tra i più differenti temi, importante che per noi siano significativi: la società dello spettacolo, la condizione femminile, i problemi generazionali o legati all’ambiente, all'amore, alla solitudine, alla memoria, fino ad arrivare a affrontare il tema della morte e di un possibile aldilà, come nella nostra ultima produzione “OLTREMONDO”. Importante per noi è che ogni produzione rimanga fedele al nostro nucleo artistico: esplorare l'animo umano in profondità."
  • AX: "Che tipo di reazione sperate di suscitare nel pubblico con i vostri lavori?"
  • CK: "Speriamo di stimolare una reazione viscerale, non solo intellettuale. Vogliamo che il pubblico si senta parte dell'evento, che le nostre emozioni si riflettano nelle loro. Se qualcuno esce dalla sala con una nuova domanda o una nuova sensazione, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo."
  • AX: "Come vedete il futuro di Cellula Kokor?"
  • CK: "Ci vediamo in una continua evoluzione. Vogliamo esplorare nuove tematiche in diverse forme e possibilmente anche nuove tecnologie, ma senza mai perdere la nostra umanità. Il nostro obiettivo è continuare a creare esperienze significative, sia per noi che per il pubblico."
  • AX: "C'è qualcosa che volete dire a chi vi segue o a chi non vi conosce ancora?"
  • CK: "A chi ci segue, diciamo grazie per aver creduto in noi e nella nostra ricerca. A chi non ci conosce, diciamo: venite a vederci a cuore aperto, senza aspettative. Lasciatevi trasportare dall'esperienza. Vi promettiamo un viaggio che non dimenticherete." 

 

 

lunedì 8 aprile 2019

Spettacolo Teatrale Lyric Pop "Bivio Generation" all'interno della Rassegna di Teatro Contemporaneo "eVenti Umani"

Domenica 14 aprile 2019 ore 21 all'interno della Rassegna di Teatro Contemporaneo "eVenti Umani" presso Auditorium San Francesco di Chiavari (GE)





Un viaggio onirico in alcuni aspetti della contemporaneità, dove si incarnano i vissuti di due persone a tratti furiose,dolenti e nevrotiche, a tratti quiete, un po’ favolistiche e contemplative. 
 Lo spettacolo diventa luogo di riflessioni, domande, denunce e nasce dal sentire che all’interno di questa generazione se ne nasconde un’altra…una generazione al bivio, che deve scegliere come rapportarsi con quello che nel mondo da molti viene considerato “normale”. 
 Gente bisognosa di gridare qualcosa sulla sua incapacità di adattamento ad un mondo spesso percepito come “alieno", gente che non ama la competizione, la sopraffazione e lo sfruttamento.
Gente incapace di costruire la propria fortuna sulla disgrazia di altri, gente impopolare, che non va di moda, derisa dalla legge del più forte, beffata dalla competizione.
 E in mezzo a tutto questo…il canto, la poesia e la musica diventano catarsi e rito di guarigione.

Attori, regia, scenografia: Elena Colucci e Manuel Bozzo. Testi: Elena Colucci, Manuel Bozzo, Pier Paolo Pasolini, Eugène Ionesco, Mario de Andrade, Arrigo Boito, Wislawa Szymborska. Video: Manuel Bozzo.  Costumi: Odile Giacopello. Canti:  “Mamma” di Bixio Cherubini; “Im Abendrot” di R. Strauss. Musica: Cellula Kokor, Rave Trans Goa, "Barcarolle" di Offenbach, "Spirit in the sky" di Doctor and medics. Disegno luci: Marco Oligeri (tecnico audio e luci). Foto: Andrea Luporini 















DATE di RAPPRESENTAZIONE
12 marzo 2016 - Teatro dell'Ortica - Genova
02 aprile 2016 - Teatro Astoria - Lerici (SP)
30 aprile 2016 - Dialma Ruggiero - La Spezia 
29 aprile 2017 - Opificio Calibratura C/O Area ex CeramicaVaccari  - Ponzano Magra (SP)
24 settembre 2017 - Dialma Ruggiero - La Spezia
05 ottobre 2017 - Spazio ArtTecla - Genova
25 novembre 2017 - Teatro Ex Convento Annunziata Sestri Levante (GE)
16 marzo 2019 - Auditorium San Francesco, Chiavari (GE)
  

martedì 26 marzo 2019

 
Questa Domenica 31 marzo ore 21 presso Auditorium Filarmonica (Largo Pessagno 1 a Chiavari), all'interno della Rassegna di Teatro Contemporaneo "eVenti Umani" ci sarà lo Spettacolo
Dinosauri
Spettacolo ispirato a Francesco d'Assisi e Vladimir Majakowskij

Con Giovanni Delfino (Teatri del Vento)
Regia di Roger Rolin (Institutet för Scenkonst )

Coproduzione internazionale
Teatri del Vento (Italia)
Institutet för Scenkonst (Svezia)

Info sulle compagnie
www.institutetforscenkonst.com www.teatridelvento.net

Testi di Vladimir Majakovskij e Giovanni Delfino
Musiche originali di Giovanni Delfino e Roger Rolin

 Tra fatti reali, favola e poesia un santo, un poeta e l'attore con fisarmonica vivono uno spazio dove l'urgenza umana trascende il canone.
Una preghiera sincera ed una denuncia del cuore.

Dinosauri è un’opera di carattere poetico, non si sviluppa seguendo una trama lineare ma segue la logica della poesia che agisce sul piano evocativo ed emotivo della comprensione invitando lo spettatore a leggere lo spettacolo in relazione della propria esperienza.
Lo spettacolo è una preghiera, una denuncia ed un appello a difendere i valori umani, a difendere il diritto alla spiritualità propria dell’uomo. Un appello per il quale abbiamo preso in prestito le voci di Francesco d’Assisi e Vladimir Majakovskij, così sorprendentemente consone, malgrado la distanza di secoli, di culture e di situazioni politiche che le separano. Il fondamento su cui poggia la nostra società moderna, il mercato, non è più al servizio dell’uomo ma è l’uomo che serve al mercato.
La spiritualità umana è oggi una qualità emarginata, una società che non si basa sulla crescita dell’uomo ma sulla speculazione e sulla trivializzazione sempre più feroce della vita quotidiana, porta ad un disorientamento e ad uno squilibrio pericoloso che crea il clima ideale per svariati fondamentalismi ed estremismi politici e religiosi. Essi rispecchiano purtroppo che qualcosa è andato nella direzione sbagliata e che stiamo per perdere il nostro senso d’orientamento. Lo spettacolo, che ispirandosi alle due voci del passato fa luce sull’importanza di difendere e di riconquistare i valori fondamentali per l’essere umano, è il nostro contributo poetico al fatto che la storia non si ripete, e non è un passato ma è sempre presente.
INGRESSO LIBERO

venerdì 22 marzo 2019

Questo sabato 23 marzo ore 21 presso Auditorium San Francesco di Chiavari, all’interno della Rassegna di teatro contemporaneo “eVenti Umani”, ci sarà lo spettacolo teatrale ad ingresso libero “La leggerezza del trio Lescano” di Teatro Nudo.

Con Simona Fasano, Sara Cianfriglia, Lidia Treccani  
clarinetto Edmondo Romano, chitarra Alessandro Davi, violino Roberto Piga  
voce fuori campo Aldo Ottobrino
testo e regia Compagnia Teatro Nudo  
consulenza storica Gabriele Eschenazi
costumi Claudia Chiodi
Produzione Compagnia Teatro Nudo e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova.

Ingresso Libero
Info: http://www.compagniateatronudo.eu/pdf/La%20leggerezza%20del%20Trio%20Lescano%20-%20Scheda.pdf 


lunedì 25 febbraio 2019

Proiezione del film
MILANO, VIA PADOVA
di Antonio Rezza Flavia Mastrella
CHIAVARI (Genova)
Domenica 3 Marzo 2019 ore 17.30
Auditorium San Francesco
Via Entella,7
nell’ambito della prima rassegna di teatro contemporaneo eVenti Umani
Ingresso libero
EventiUmani
https://www.facebook.com/EventiUmani-590685884713465/
Organizzato dalla compagnia teatrale Cellula Kokor
https://icirkolivirtuosi.blogspot.com


GUARDA IL TRAILER
https://www.youtube.com/watch?v=HWRdFQ4W-go

Nel film spicca il lavoro di persuasione che è stato fatto negli anni dai mass media sulla popolazione (formata da persone). L’uniformità di argomentazioni relative al razzismo, inibisce il sentimento e lo rende doppiamente grave. Il 21 maggio a Milano in Via Padova, armoniosi e combattivi, iniziamo le interviste: Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Marco Tani, Massimo Simonetti, Ivan Talarico, Daniele Verlezza, Adil Bahir si muovono nella città che si risveglia. Antonio si guarda attorno, la via è quasi deserta. Il sabato prefestivo consente la tipica sospensione di chi regala a se stesso l’oltraggio di un giorno di riposo. Gli intervistati si concedono con la prepotenza di chi vede in quel tempo perduto un diritto inalienabile. Affidatoci dalla Fondazione Gaetano Bertini, MILANO VIA PADOVA è un lungometraggio che nasce per eccesso di zelo nel realizzare un’indagine sulla gente che vive la via. Già l’anno prima la Fondazione Bertini ci aveva incaricato di realizzare un documento sul disagio mentale girato in occasione di “Fuori Dove?”, iniziativa a sostegno della Legge Basaglia. MILANO VIA PADOVA parla di razzismo e insofferenza e racconta, attraverso il canto, la convivenza forzata e la cultura di chi è straniero. È il canto a farci vedere la dolcezza di un ritmo naturale da tempo dimenticato in occidente. A pochi minuti dall’inizio delle interviste Antonio era già integrato, la via che sembrava deserta ha iniziato ad animarsi, la realtà talmente insolita raggiunge picchi performativi quando i problemi personali si associano a quelli sociali. Le risposte, a tratti di frasi fatte, in altri momenti scoordinate con l’aspetto e l’esperienza dell’intervistato, rendono paradossale lo squilibrio sociale. Nel magma di problemi i razzisti sostengono che gridare è un reato e i pacifisti cercano disperatamente di aiutare, di assistere, di voler integrare a tutti i costi chi, per volere politico, viene regolarmente maltrattato. Come se essere integrati fosse una cosa buona. È evidente quanto la mancanza di organizzazione determini la tensione tra gli abitanti che non riescono a comunicare; gli stranieri non sanno l’italiano e gli italiani non conoscono l’inglese. Viviamo inconsapevoli la violenza del disagio, molto peggio di come si possa immaginare. La domanda ricorrente è ”lei ospiterebbe a casa sua un extracomunitario? In un angolo, in cucina, tanto non da fastidio, si mette in un cantuccio e la guarda, si mantiene da solo”. Sembra un quesito assurdo, ma tutti hanno creduto possibile una tale eventualità, la gente per le strade non esclude nessuna possibilità, ognuno di noi si aspetta di tutto. E allora si affaccia un problema aggiuntivo: perché dobbiamo essere uniformi e uniformati? A che serve questo formalismo di democrazia caotica? Forse il problema della diversità è proprio ritenere diverso chi non lo è per niente. Siamo pezzi di carne che va al macello e non basta il colore a salvarci. Né la provenienza e neppure la lingua. Il razzismo è l’uomo che si sopravvaluta e che trova il tempo di scorgere irrisorie diversità sommerse dall’omologazione che dilaga. Gli stranieri, infatti, vogliono quello che vogliono gli italiani, il lavoro, una casa, i diritti. E mai la libertà di decidere autonomamente cosa fare. Noi, come loro, restiamo aggrappati all’infamia utopica della vita civile che ci incatena a una contingenza che crea fossati, voragini di intolleranza. Chi ci obbliga al vivere civile ci impone l’intolleranza sociale. Siamo razzisti su suggerimento dell’istituzione. Siamo razzisti programmati dalle nuove tecniche di persuasione collettiva. E gli stranieri si adeguano sviluppando un razzismo parallelo foraggiato dalla vita che scorre.


condotto e galoppato da Antonio Rezza


di Flavia Mastrella Antonio Rezza
interpreti Antonio Rezza

immagini di Marco Tani e Flavia Mastrella
montaggio by Barbara Faonio
foto di scena Ivan Talarico
girato a Milano in Milan
produttori REZZAMASTRELLA – Fondazione Gaetano Bertini Malgarini Onlus

Mostra di pittura e opere grafiche di Alessandro Donini



Mostra di pittura e opere grafiche di Alessandro Donini, pittore, grafico e videomaker nello spazio informativo adiacente al Palazzo Comunale di Chiavari.
Alessandro Donini, pittore, grafico e videomaker è attivo nel mondo dell’arte sin dai primi anni del nuovo millennio.
Nel 2003 costituisce a La Spezia il collettivo artistico Insolitignoti insieme a Gianluca Lerici alias Professor Bad Trip, e Jena Marie Filaccio. Conducono un atelier d’arte e si fanno promotori di numerose iniziative culturali e sociali. Insieme sviluppano il concetto di arte sociale, approfondiscono differenti tecniche artistiche (xilografia, stampa, serigrafia, dipinti murali) e recuperano oggetti abbandonati trasformandoli in opere d’arte.
Nel 2006 si avvicina alla videoarte.
Per la sua pittura utilizza colori acrilici ad acqua su diversi materiali, colori fluorescenti e tonalità accese accostati in modo tale da creare un effetto cinetico, le sue distopie spesso traggono spunto dalla realtà dando vita a visioni psichedeliche.
Le sue influenze artistiche derivano sia da mondo dei fumetti (Pazienza, Jacovitti, Crumb, Masereel), sia da pittori quali Lerici, Bosch, Hundertwasser.
Attualmente si occupa anche di design di oggetti, stampe su capi di abbigliamento, murales e video live set.
Instangram : Color_frisei

http://www.levantenews.it/index.php/2019/02/20/chiavari-eventi-umani-rassegna-di-teatro-contemporaneo-2/?fbclid=IwAR1-jE40zm5ywLFQWCwcPSNeB8L6DbdZVDOkMplGhzgpZ2-DGfenjA7oKaQ